San Giuda Taddeo

«Signore, perchè ti sei manifestato solo a noi e non a tutto il mondo?»

Giuda Taddeo significa “Giuda dal cuore grande”. Così lo definiscono i Vangeli per distinguerlo dall’Iscariota, il traditore di Gesù. San Giuda Taddeo fu uno dei dodici apostoli. Era figlio di Maria di Cleofa, che con Maria di Magdala e la Madonna, assistette alla crocefissione e all’annuncio della Resurrezione. Era fratello di Giacomo il Minore, futuro vescovo di Gerusalemme, anch’egli uno dei dodici Apostoli. Essendo suo padre Alfeo fratello di San Giuseppe, Giuda era cugino di Gesù.

Secondo fonti cristiane sarebbe stato lui lo sposo delle nozze di Cana, nelle quali Gesù compì il suo primo miracolo. Il Vangelo di Giovanni riporta una domanda che San Giuda fece a Gesù durante l’ultima cena: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Questa domanda manifesta tutto il suo entusiasmo e fervore verso la parola di Gesù, che egli voleva diffondere in tutto il mondo. Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv, 14,22).

Evangelizzò la Giudea e la Mesopotamia, poi si diresse in Persia, dove incontrò Simone il Cananeo. Lì, entrambi, il 28 ottobre dell’anno 70, trovarono la morte. San Giuda è considerato oggi il primo patriarca degli Armeni; è il protettore delle cause perse e dei casi senza speranza. A lui si rivolgono le persone in gravi difficoltà, coinvolte in situazioni difficilissime. La sua potente intercessione ha risolto casi disperati. Di San Giuda Taddeo il Santuario di San Salvatore in Lauro custodisce da secoli un sacro cimelio del suo corpo santo, che viene venerato in occasione della sua ricorrenza (28 ottobre), solitamente preceduta da un triduo di celebrazioni e preghiere in suo onore.

Sulla riva del Tevere di fronte a Castel Sant’Angelo sin dal tempo dell’antica Roma esisteva un bosco di Lauri che dava il nome alla zona.

Dopo la pace costantiniana la città si riempì di chiese e basiliche. Una di queste, nel IX secolo fu quella di San Salvatore sulle rovine del tempio alla Dea Europa, presso il bosco dei lauri– in latino laurus , Si chiamò infatti Sancti Salvatoris de Lauro.

Nel 1450, il cardinale Latino Orsini la fece restaurare a proprie spese, facendovi costruire un convento annesso, che ospitò i canonici di San Giorgio in Alga di Venezia.

Una cappella di palazzo Orsini  fu dedicata a San Giuda Taddeo, detta comunemente di San Taddeo. Tale chiesa, posta a metà su via dei Coronari, difronte a San Salvatore in lauro, dal 1200 al 1825 fu la sede della Parrocchia del quartiere.

Intorno al 1830 a causa della fatiscenza della chiesetta di San Taddeo,  e delle sue evidente decadenza fu venduta e trasformata. Il parroco di San Salvatore in lauro dell’epoca, monsignor Sirolli, divenuto poi vescovo, curò il trasferimento degli oggetti sacri in parrocchia.

Nell’abbattere l’altare della chiesetta si trovò una Insigne reliquia del glorioso Apostolo e taumaturgo San Giuda Taddeo, con molta probabilità donata ai principi Orsini dal Papa dell’epoca quando il corpo dell’Apostolo fu sistemato nella rinnovata basilica di San Pietro

La preziosa reliquia fu posta in un semplice reliquiario a forma di braccio benedicente in legno.

Oggi tale reliquia è esposta nella Chiesa di San Salvatore in lauro ed è meta di continui e numerosi pellegrinaggi di devoti, espandendo su tutti le benedizioni della Grazia Divina